La terra degli uomini, noti come HIGHLANDER, coloro che impugnano l’arma dell’immortalità. Avanzano nei boschi, senza temere il nemico, che ignaro osserva dall’alto, giudica l’uomo e vola nel colore limpido del cielo. Terra, profonda dai passi pesanti, oltre i bisogni, gli abili corpi destreggiano armi da fuoco, attendono il giorno più di qualunque altra cosa. Ma il sole scalda la loro pelle che umida viene scalfita dalle spine e dalla mimetica, che vela lo strato affaticato del loro fiato.

Lunghe distese di campi già secchi, poco sopra l’orizzonte gli alberi verdi, e il silenzio è spezzato dai colpi persi e l’eco risuona nella valle. Rosso, verde e blu il contrasto della giacca, un cacciatore ha il fucile in spalla. Guardo le venature del legno che percorrono strade, come i lunghi racconti che ascolto. Linee che si inseguono, come i corsi d’acqua e i segni sul viso, il sole è ancora dietro quel monte. Un colore dorato prenderà il posto della nebbia e potrà sussurrare come il vento alle piume un leggero movimento, che ricorda quelle ali, protezione del cielo.

Sfumature veloci come i movimenti che continuano a sembrare eterni, perchè l’occhio insegue più forte che può, tra palpebra e pupilla, il cuore in gola, che sia la preda o il predatore è solo il proiettile che sente l’odore. L’uomo crede in quello che compie, avventura nel suo cammino, coraggio nel suo portamento e prudenza nelle sue tasche.

Una nube di fumo copre i volti, l’aria diventa pesante, ma il rumore del vento tra gli alberi è forte, come il respiro dei cani. Continua ricerca della preda, non fermano le loro zampe e corrono, senza mai fermarsi, che siano salite o discese, tutto il territorio è la loro terra. Loro diventano padroni, come l’uomo, di vite altrui.